Titolo: L’anello rubato (primo di una trilogia)
Titolo originale: Löwensköldska ringen
Autore: Selma Lagerlöf
Anno di pubblicazione: 1925
Edizione: Iperborea
Numero pagine: 128
Costo: 11,50€
-> Consigliato: SI’
Ho già detto che a leggere questo libro la mia prima impressione era stata quella di vivere la storia stessa come se mi fosse stata raccontata oralmente da qualcuno, magari da un genitore che non l’ha mai fatto. Ha risvegliato in me questo sogno da fanciullo che tanto ha odiato la lettura nel corso della sua infanzia e della sua adolescenza, ma che ora è certo che a cominciare in quel modo, non avrebbe smesso più. Ed invece cominciai a leggere molto più tardi, e comunque non smisi più, non sto smettendo più. Leggendo Selma Lagerlöf sono stato quell’infante a cui vengono raccontate favole e fiabe prima di andare a dormire, prima di prender sonno e magari sognare i personaggi stessi delle storie sentite poco prima, nel bene e nel male. Mi sono immaginato in un caldo letto, con la testa poggiata su due grossi cuscini, gli occhi grandi e stupiti, un faccino attento e le orecchie spalancate a ciò che veniva fuori dalle labbra di colei che era seduta nella sedia di fianco al mio letto. Questa era giusto la prima impressione.
Poi, poi è stato come ripercorrere tutti quegli anni pagina per pagina, emozione per emozione. Perché sì, anche nel vivere queste emozioni ho sentito dentro che alcune non erano emozioni del mio tempo, ma emozioni che avrei dovuto vivere o che forse ho vissuto. Sono arrivato alla conclusione del libro avendo provato di tutto, come un racconto scritto lungo la linea evolutiva della mia vita. Nascere, crescere, arrivare ad ora e capirci qualcosa. La sensazione ricevuta da un racconto che anche esso ripercorre diverse ere, e viene sviluppato nell’arco di diversi anni, unendo sentimentalmente il Värmland, in Svezia.
In una regione ai confini con la Norvegia, dove sono più i boschi delle colline abitate, e dove più le colline delle case abitate, più il freddo del caldo, e quando si era ormai conclusa la Grande guerra del Nord, il re Carlo XII di Svezia, molto stimato da tutti, nominò generale un certo Löwensköld, ed ebbe consegnato a lui la tenuta di Hedeby e un grande anello rosso e oro, segno di grande riconoscenza regale. Dal quel giorno Löwensköld divenne il Generale, rispettato e temuto da tutti e non si staccò mai più dal suo anello, che portò con sé nella tomba, come unica cosa realmente importante. Ma la tomba venne profanata, l’anello rubato. Così il ladro visse le pene dell’inferno, tormentato dallo spettro del Generale, e l’anello passò di mano in mano, da possessore a possessore, creando guai e morte. Un tesoro pericoloso…
Alla fine lo riavrà il suo anello?
Nulla comunque è scontato, e al di là di questa breve e pessima sintesi, il racconto è molto di più. È storia di un paese, delle vite che si intrecciano, di fratellanza, amore, ma anche di vendetta, perdono e non perdono. È storia piena.