L’incantatrice di Firenze, Salman Rushdie

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Salman Rushdie. L’incantatrice di Firenze. Potrei aprire questo libro su una pagina a caso e ritrovarmi immediatamente catapultata in tempi remoti, posti all’altro capo della terra: bastano poche righe di questo autore per sentirti rapiti dalla magia e dimenticare tutto il resto. Lo leggo per questo Rushdie, perché mantiene la promessa di portarmi via, e facendolo mi conduce di volta in volta in posti nuovi, nello stesso libro, addirittura, siamo andati in India, in America, e non ci siamo mai dimenticati di passare per Firenze. Per farlo, abbiamo seguito un misterioso viaggiatore che attraversa terre sconosciute e affronta innumerevoli pericoli per farsi ricevere alla corte Mogol, al cospetto di Akbar il Grande, diretto discendente di Gengis Khan. Dovrebbero bastarvi questi pochi elementi per capire che siamo di fronte a un capolavoro letterario itinerante. Si valicano confini, si sfidano mappamondi e clessidre, e si va avanti e indietro senza fermarsi, e la mente insegue leggera e incuriosita questa trottola di parole e personaggi. Se poi vi specifico che il misterioso viaggiatore è Niccolò Vespucci, nipote del grande navigatore che fu Amerigo Vespucci, bhè, vi chiederete come faccia tutto questo a stare insieme senza diventare un gran pasticcio senza capo né coda. La risposta è una: Salman Rushdie. Lo scrittore che ha sfidato una religione, che per scrivere ha rischiato la pena di morte, è capace di questo, e ben altro. Per tutta la lettura, in sua compagnia, mi sono barcamenata tra nomi e segreti di corte, regine immaginarie e improbabili coincidenze, e la cosa grandiosa è che tutto mi è sembrato ovvio, quasi che questa illogicità fosse naturale.

Per sbrogliare questa matassa caleidoscopica potrei partire dal titolo e parlare dell’incantatrice di Firenze, chi è? Come collega Occidente e Oriente? E come può unire Machiavelli (sì, QUEL Machiavelli) e la corte Mogol? A spiegarvi tutto vi svelerei troppo, mentre voglio riservarvi il piacere della lettura e del farvi condurre da chi questa storia l’ha ideata. Posso solo accennarvi al fatto che l’incantesimo avviene tutte le volte in cui vi ritroverete a credere a cose incredibili, e vi stupirete di quanti lati comuni esistano nelle varie culture. Basta solo cambiare prospettiva. E lasciare trasportavi dalle parole.

Lasciatevi incantare da un libro che non smetterà di stupirvi sino all’ultima parola.

Luana Cau

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